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Festa di li Schietti
L'ALBERO
Il rituale inizia dunque con il taglio dell’albero ufficiale anche se però già qualche mese prima i giovani anno cominciato ad allenarsi in attesa del grande
giorno, con altri alberi difficili da reperire visto che i proprietari non sono molti propensi a concedere l’estirpazione.
Quest’atteggiamento poco incline alla collaborazione, muta invece, nel giorno del taglio ufficiale in cui i proprietari si dimostrano disponibili a donare l’albero e con tale gesto si procurano la stima e la riconoscenza dell’intero comitato degli schietti. L’albero che in genere viene tagliato e un albero di melangolo. Il melangolo detto anche arancio amaro e una varietà delle rutacee e serve principalmente come base d’innesto degli alberi di limoni.
La sua preferenza è dovuta al fatto che le foglie di quest’albero anno una resistenza maggiore di quella dell’albero di limone o altri agrumi e questo particolare ne assicura la buona conservazione fino alla fine della gara quando per l’eccessivo stramazzo a terra rimane completamente privo di foglie.
Ma bisogna anche affermare che al melangolo erano riconosciute delle virtù taumaturgiche e medicamentose.
Si diceva che il frutto fosse talvolta indispensabile alle donne incinte le quali nei momenti in cui ne avevano desiderio dovevano assolutamente trovarli, poiché in caso contrario ne avrebbe sofferto il nascituro che si temeva sarebbe nato con orribili malformazioni. Inoltre le sue foglie venivano usate come infuso contro l’ipertensione.
Naturalmente, queste qualità dell’albero dovevano essere tenute in conto dagli schietti al momento della scelta, i quali lo trattavano con rispetto proprio perché la tradizione popolare riconosce tutto ciò che è considerato portatore di particolari virtù, naturali o soprannaturali.
Sempre a proposito del taglio dell’albero, bisogna dire che il taglio ufficiale viene eseguito con seghe speciali da un contadino addetto da molti anni a questa operazione, il Sig. Tocco soprannominato recentemente “Culunna” (Colonna) per la sua bassa statura il quale mette molta cautela in tale operazione per non recare danno al tronco e non procurare sofferenze alla pianta.
L’albero è considerato quasi animato e pertanto rispettato come una divinità degna di deferenza e rispetto.
E quindi, se gli alberi sono animati essi sono necessariamente sensibili. Tagliarli diventa quasi una delicata operazione chirurgica.
Tratto da: "Festa dell'Albero a Terrasini" - Appunti per una ricerca Etnografica di SALVATORE CASCIO