" Tra fede e devozione "
Il 19 marzo si celebra la festività di S. Giuseppe e anche quest'anno Terrasini si prepara a valorizzare la figura del Patriarca attraverso la preparazione delle ormai famose Mense o Altari di S. Giuseppe. Ogni anno in nome del Santo Patriarca, numerose, partecipate con grande impegno e sacrificio, promosse e coordinate dalla Pro Loco locale, sono certamente da considerarsi innanzitutto come espressione di “religiosità popolare". L'allestimento di una mensa puo' avere diverse motivazioni: una di queste la cosiddetta “promisione” (promessa) che spinge le famiglie a continuare nell’allestimento di splendidi altari, curati nei minimi particolari. Scopo principale è quello caritatevole le verso famiglie povere affinché non manchi mai loro il pane. Tradizione vuole che s’invitino alla mensa tre bambini poveri, che rievocano le figure di Gesù, Giuseppe e Maria in fuga dall’Egitto, ai quali viene servito il pranzo, tra canti e filastrocche dialettali. Un altra motivazione puo' essere una forma di ringraziamento al santo per grazia ricevuta, che avviene sotto forma di provviste alimentari e tutto quanto può essere utile ai tre bambini poveri che rappresentano la Sacra Famiglia. I preparativi iniziano alcuni giorni prima della festa, impegnando soprattutto le donne, che aiutate dai parenti, destinano una stanza della loro casa affinché si possa impostare l’altare con la mensa, che possono essere visitate da gente che viene da fuori.
Molto suggestivo ed emozionante ammirare questi altari dove il pane occupa un significato assai importante: simbolo fondamentale del lavoro umile del santo, è preparato in diverse forme. Apparecchiata al centro della stanza, con la tovaglia più bella, la tavola per i tre bambini. Case particolarmente illuminate ed addobbate ma soprattutto l'impressione che in questi eventi spirituali c'è il bisogno di aggregazione, il bisogno di incontrarsi. Tante tipologie di partecipanti, dai visitatori di cortesia, ai più devoti e assorti, a chi approfittava del momento per fare semplicemente una chiacchierata tra amiche, all’anziano che si riposa su una salvifica sedia
Una vera e propria ricchezza di religiosita' popolare ( del popolo di Dio), ovvero una sentita manifestazione di momenti di comunione, di preghiera con la recita del Rosario, di ascolto della Parola di Dio che evidenzia la figura del Santo, in parole semplici un modo del popolo di vivere la fede. In questo modo, la partecipazione e l'allestimento di una mensa puo' diventare una scuola di fede, poiché conduce il fedele alla vita di Cristo e dei santi . La storia di Giuseppe, sposo di Maria e padre adottivo del Signore Gesù, è riportata nel Vangelo di Matteo per offrirci l’esempio di un uomo che, ascoltando la Parola rivoltagli da Dio e sottomettendosi ad essa, visse il passaggio da una situazione di tristezza e perplessità ad una di gioia e di certezze. Ecco che le mense diventano un luogo propizio in cui chiunque nonostante i momenti di difficolta' del nostro tempo , puo' riscoprire il proprio cammino spirituale nelle quali Dio ci sorprende, ma nelle quali ci indica anche la soluzione per uscire dalle nostre perplessità e dalle nostre tristezze.
Le mense allora diventano veri e propri momenti alla riscoperta della fede che stimolano la vita cristiana, luoghi teologici che possono insegnare molto. Una devozione al santo che accompagna la vita con l'impegno di viverne l'esempio. S. Giuseppe intercessore, modello e stimolo a vivere il Vangelo, esempio di molte virtù, in modo particolare Papa Francesco nell'omelia di inizio Pontificato) ha sottolineato la figura di San Giuseppe per la sua capacità di custodia. Anche attraverso le mense si evidenzia il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. E’ l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. E’ il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. In fondo, tutto è affidato alla custodia dell’uomo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti. Siate custodi dei doni di Dio!
Donatella Conigliaro